Plesso Boifava

Sede S. Pertini in via Boifava

Sede S. Pertini in via Boifava

La scuola secondaria di primo grado Sandro Pertini è entrata a far parte del comprensivo di via Palmieri nell’anno 2013. Attualmente il plesso comprende 20 classi suddivise in 7 sezioni, frequentate da circa 397 alunni, con una media di 19/20 alunni per classe (ad eccezione dell’indirizzo musicale che ha una media di 24 alunni per classe). La nostra offerta formativa si caratterizza per la presenza di un corso ad indirizzo musicale (il corso D) e per l’omogeneità che contraddistingue gli altri corsi, uniformi fra loro dal punto di vista delle scelte progettuali e attraversati da proposte didattiche ed educative comuni.
La scuola Pertini collabora con le due primarie del comprensivo (Battisti e Perone) attraverso le iniziative di raccordo fra gli ordini e attraverso le scelte progettuali del collegio dei docenti, improntate alla condivisione interna a tutto l’istituto e alla verticalità.
Il nostro istituto garantisce attenzione ai bisogni educativi speciali e si impegna nell’offrire a tutti gli alunni un ambiente di lavoro e di studio sereno.
Lo sviluppo delle competenze sociali e civiche dei nostri alunni è favorito dalla partecipazione delle classi ai diversi progetti promossi dalle agenzie educative del territorio; i nostri partner in questo percorso sono il consultorio Gianna Beretta Molla, il CIAI, la cooperativa Zero5, impegnati insieme a noi a fornire ai ragazzi gli strumenti per partecipare pienamente alla vita civile, per confrontarsi positivamente con la diversità e per risolvere eventuali conflitti.
Il nostro istituto, recependo la normativa in materia di prevenzione ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo, ha formato i propri docenti e ha nominato un referente che lavora all’interno dell’istituto, sia sul versante supporto/formazione ai colleghi e ai genitori sia nella gestione dei rapporti interni alle classi secondo la metodologia TRIPAX. Ogni anno attiviamo diversi progetti di prevenzione al fenomeno, anche in collaborazione con le forze dell’ordine.

Diversi soggetti collaborano con noi per favorire al meglio il benessere dei nostri alunni, fra questi ricordiamo NoWalls, Doposcuola senza muri e  lo sportello di supporto psicologico; da alcuni anni collaboriamo con SIR per la diagnosi precoce  dei disturbi specifici dell’apprendimento.

A PROPOSITO DI TRI-PAX

Il Tripax ovvero tribunale della pace (Pedagogical Court of Peace) è un efficace metodo europeo per la prevenzione e contrasto di bullismo e cyberbullismo” basato essenzialmente su un gioco di ruolo in cui la classe, dopo aver visionato un video inerente al tema, viene suddivisa in due gruppi, da un lato gli accusatori del bullo e dall’altro i difensori della vittima.

E’ un’attività formativo-didattica coordinata da coach facilitatori, in veste di leader trasformazionali, che si sviluppa nel clima della peer education e utilizza le Life Skills per giungere alla risoluzione dei conflitti e alla mediazione. Si adotta il gioco di ruolo per richiamare i valori della solidarietà, la necessità delle regole, l’importanza di una buona “alfabetizzazione emozionale”, il ruolo dell’empatia cognitiva e affettiva. Si attua in un setting pedagogico, con la finalità di combattere il comportamento antisociale, caratterizzato da deficit nelle abilità sociali, difficoltà nella soluzione pacifica dei conflitti.

Esso si sviluppa in un clima emotivo-narrativo transazionale, cioè il significato non viene dato, ma ciascun ragazzo lo costruisce interagendo con gli altri nella comunità in cui è inserito.

Questa buona pratica considera in maniera dinamica il contributo dei processi percettivi, interpretando il ruolo dell’alunno come attivo selettore e costruttore della propria esperienza.

La parte operativa del Tri-Pax è data dal dialogo e quindi dal linguaggio che, in quanto artefatto culturale, è determinato dalle caratteristiche dei contesti sociali all’interno dei quali viene sperimentato e che, di conseguenza, connota lo sviluppo del pensiero e lo sviluppo del sé.

Il ruolo del ragazzo nel vivere questa buona pratica è attivo e propositivo, poiché tramite la sua capacità interpretativa contribuisce a ricreare o a modificare quella stessa cultura che, interiorizzata, ha contribuito a formare il sistema di significati espressi in forma simbolica, per mezzo dei quali ognuno può o deve orientarsi nel mondo.